I buoni fruttiferi postali sono da sempre tra gli strumenti di risparmio più apprezzati dagli italiani: semplici, sicuri e garantiti dallo Stato attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, rappresentano una soluzione valida per chi desidera proteggere il proprio capitale senza assumere rischi eccessivi. Tuttavia, non tutti i buoni hanno la stessa convenienza e la scelta migliore dipende dall’orizzonte temporale, dal profilo del risparmiatore e dagli obiettivi che si vogliono raggiungere. Negli ultimi anni, l’attenzione si è concentrata su quali tipologie selezionare per ottenere il massimo rendimento possibile in relazione alle proprie esigenze. Analizziamo quali sono attualmente le opzioni più interessanti e quali, al contrario, si rivelano meno vantaggiose.
I buoni fruttiferi: caratteristiche fondamentali e sicurezza
La popolarità dei buoni fruttiferi postali affonda le radici in alcune caratteristiche chiave: assenza di costi di sottoscrizione e rimborso, riscossione anticipata del capitale in qualsiasi momento e tassazione agevolata sugli interessi pari al 12,5%, ben al di sotto del 26% previsto per la maggior parte degli altri strumenti finanziari. Inoltre, il rischio di perdita è praticamente nullo grazie alla garanzia statale, rendendoli ideali per chi dà valore a protezione e semplicità.
Nonostante questi indiscutibili vantaggi, è importante sottolineare che i rendimenti non sono sempre particolarmente elevati, anzi, nella maggior parte delle situazioni sono inferiori a quelli ottenibili attraverso investimenti più dinamici come azioni od obbligazioni. Pertanto, la selezione accurata del buono giusto diventa determinante per valorizzare davvero i propri risparmi.
Rendimenti e tipologie aggiornate: quali scegliere nel 2025
Nel 2025 i tassi d’interesse ufficiali si sono assestati e l’inflazione risulta sotto controllo, attorno al 2%. In questo scenario, le offerte più interessanti tra i buoni fruttiferi postali sono quelle con durata breve e rendimento fisso sostenuto. Tra i migliori prodotti disponibili, spiccano:
- Buono Minori: dedicato ai minori, garantisce il rendimento più alto in assoluto fino al 5% annuo lordo, risultando ideale per famiglie che intendono accantonare somme destinate ai figli, accumulando interessi fino a 18 anni.
- Buono 100: novità del 2025, offre un tasso del 3% annuo lordo per 4 anni. Perfetto per chi vuole investire liquidità a breve-medio termine con la massima sicurezza.
- Buono Ordinario: presenta un rendimento progressivo fino al 3% annuo lordo a 20 anni. Indicata per chi pianifica investimenti a lungo termine, pur con la possibilità di richiedere il rimborso anticipato.
- Buono 3×4: riproposto con una struttura a scadenza di 12 anni in cui il rendimento aumenta progressivamente fino a raggiungere il 3% lordo nel periodo finale. Consigliato se si prevede di non avere necessità di liquidare l’investimento a breve.
- Buono 3×2, Buono 4 anni Plus, Buono Rinnova e Buono Risparmiosemplice: queste soluzioni coprono orizzonti di 4-8 anni con rendimenti oscillanti dall’1,25% a un massimo del 1,5% annuo lordo, con la possibilità di bonus per chi effettua sottoscrizioni periodiche.
- Buono indicizzato all’inflazione italiana: garantisce uno 0,6% fisso più l’adeguamento al tasso d’inflazione italiano. Utile come protezione dal rischio di perdita di potere d’acquisto, ma la componente variabile va considerata attentamente per valutarne la reale efficacia di periodo.
- Buono Soluzione Eredità e Buono Soluzione Futuro: prodotti specifici legati a esigenze particolari, come la gestione di successioni o l’integrazione futura del reddito in età pensionistica. Quest’ultimo, in particolare, prevede una fase di accumulo e una di erogazione della rendita tra i 65 e gli 80 anni, similmente a una pensione integrativa, ma con una rigidità e una personalizzazione inferiori ai fondi pensione e rendimenti generalmente meno competitivi.
Buoni fruttiferi meno convenienti e falsi miti da sfatare
Non tutte le emissioni proposte sono ugualmente interessanti: esistono opzioni che oggi offrono rendimenti troppo bassi per giustificare il vincolo temporale imposto o che risultano meno vantaggiose rispetto ad alternative disponibili sul mercato finanziario. Ad esempio:
- I buoni con durata oltre i 10 anni (escluso il Buono Minori) spesso offrono tassi solo marginalmente superiori a quelli di prodotti molto più flessibili, esponendo il risparmiatore al rischio di perdere occasioni su mercati a più alta crescita se occorresse riscattare il capitale prima della scadenza.
- Sono sconsigliabili anche le tipologie con rendimento lordo inferiore all’1,5%: attualmente, tali prodotti coprono a malapena l’inflazione e non consentono una reale valorizzazione dei risparmi.
- Attenzione alle bufale online come i presunti buoni fruttiferi «al 7%»: nessun prodotto ufficialmente emesso da Poste Italiane supera il 3,5% di rendimento annuo lordo nel 2025 (esclusi casi specifici per minori), e qualsiasi pubblicità diversa va considerata falsa o fuorviante.
Da valutare con grande attenzione anche i buoni legati alla previdenza, come il Soluzione Futuro. Questi strumenti possono apparire comodi per integrare la pensione ma, secondo numerosi esperti, i fondi pensione offrono generalmente più flessibilità, personalizzazione sull’allocazione degli investimenti e, di norma, rendimenti netti superiori nel lungo periodo.
Strategie di scelta: come fare la selezione migliore
La decisione tra le diverse tipologie di buoni fruttiferi deve sempre partire da un’autovalutazione delle proprie necessità e aspettative. Queste alcune linee guida utili per selezionare in modo consapevole:
- Definire il proprio orizzonte temporale: se si dispone di una somma da non toccare per 3-4 anni, il Buono 100 può essere la scelta ottimale. Se, invece, l’obiettivo è mettere da parte risorse per i figli, il Buono Minori garantisce il miglior rendimento.
- Analizzare il bisogno di liquidità: i buoni più flessibili (come l’Ordinario) permettono il riscatto in ogni momento ma premiano di più chi resta investito a lungo termine.
- Valutare l’impatto dell’inflazione: in periodi di bassa inflazione, i buoni a tasso fisso risultano generalmente più convenienti, mentre in presenza di rischi inflazionistici il buono indicizzato può rappresentare un’utile copertura.
- Confrontare con le alternative: per orizzonti lunghi, è quasi sempre consigliabile valutare prodotti come fondi pensione, ETF obbligazionari o strumenti assicurativi, che possono offrire maggiori rendimenti potenziali, seppur talvolta con rischi leggermente maggiori.
- Diffidare delle offerte “troppo belle”: qualsiasi promessa di tassi fuori mercato proviene da canali non ufficiali o riguarda strumenti diversi dai buoni fruttiferi postali.
Per garantire la massima sicurezza, le poste propongono solamente prodotti regolamentati e trasparenti. Bisogna ricordare che i buoni fruttiferi non sono tutti uguali e la loro convenienza è funzione dei propri bisogni specifici, della propensione al rischio e della tendenza dell’economia.
In conclusione, scegliere i buoni fruttiferi convenienti significa premiare la sicurezza e la semplicità, ma anche evitare l’errore di adottare una strategia “standard” senza tenere conto delle opzioni realmente disponibili e dei vantaggi comparati. La costante informazione aggiornata sui tassi e le tipologie di buoni, possibilmente affiancata dalla consulenza di un esperto in pianificazione finanziaria, resta la via maestra per valorizzare al meglio i propri risparmi nel tempo.