Qual è la pianta più coltivata al mondo? Non è né il grano né il riso

Il mais è la pianta più coltivata al mondo per superficie agricola, produzione e utilizzo, persino più del grano e del riso, ma poiché hai escluso questi due cereali, il focus va su altre possibili protagoniste a livello globale. Mentre il mais resta il riferimento assoluto per estensione—soprattutto nelle Americhe con una produzione annua che supera i 330 milioni di tonnellate e un impiego vasto nell’alimentazione, bioenergia e industria—esistono comunque altre piante che spiccano per diffusione planetaria.

Il bambù: una presenza globale e poliedrica

Nonostante non sia la prima scelta quando si parla di quantitativi raccolti a scopo alimentare, il bambù è ritenuto una delle piante più coltivate al mondo se si considera il numero di paesi che lo producono e la varietà di usi. Il bambù, tecnicamente una poacea (cioè un’erba e non un albero), è parente distante del grano e del riso. Si distingue per la sua crescita veloce, la resilienza, e l’impressionante versatilità. Viene impiegato in settori che vanno dall’edilizia alla produzione di utensili, dall’alimentazione all’artigianato: case, ponti, strumenti musicali, condutture idriche e persino tessuti. In Asia, specialmente in Cina, si trovano le più vaste foreste di bambù, con oltre 400 specie diverse, e immense aree coltivate dedicate alla sua produzione. Il bambù inoltre cresce spontaneamente o viene coltivato in tutto il mondo: Asia, Europa, Americhe, Africa, Australia e Oceania.

La rilevanza del mais versus altre grandi colture

Il mais prevale per diffusione e volumi produttivi. In America rappresenta la coltura più estesa, e in termini globali risulta essere la pianta che occupa la maggior superficie agricola. Il mais è anche tra le colture maggiormente soggette a modifiche genetiche per ottimizzare i rendimenti, la resistenza a parassiti e le proprietà nutrizionali. Le sue piante raggiungono comunemente i 2,5 metri d’altezza, con una biomassa notevole e una capacità produttiva notevole.

Le destinazioni d’uso del mais sono molteplici:

  • Alimentazione umana diretta (pane, polenta, tortillas, snack)
  • Produzione di mangimi per animali
  • Industria dei biocarburanti: circa il 40% della produzione americana viene utilizzata per etanolo
  • Derivati industriali per farmaci, cosmetici, tessili
  • Altre piante di grande importanza a livello mondiale, ma ancora inferiori per diffusione rispetto a mais, grano e riso, sono sorgo e orzo, utilizzati largamente rispettivamente nei climi semi-aridi e per la produzione di birra e mangimi.

    Bambù: impatto ecologico e sociale

    Il successo del bambù è legato anche ai suoi vantaggi ambientali:

  • Assorbe grandi quantità di anidride carbonica
  • Favorevole per la stabilizzazione dei terreni
  • Richiede poche risorse idriche rispetto ad altre colture intensive
  • La sua crescita rapida permette la raccolta frequente senza deforestazione
  • In molti paesi il bambù è considerato una soluzione efficace contro la povertà rurale, promuovendo lo sviluppo locale attraverso la creazione di filiere per la trasformazione del prodotto e la valorizzazione dei saperi artigianali. In ambito sociale, questa pianta viene chiamata spesso “pianta della vita” per la sua capacità di fornire materiali da costruzione, cibo e prodotti artigianali a milioni di persone.

    Ulteriori candidati: piante rare e tendenze collezionistiche

    Nel contesto ornamentale e da collezione, alcune piante rare stanno vivendo una crescita esponenziale, ma non rientrano certo nella categoria della maggior diffusione globale. Specie come Musa Aeae (banana variegata), Filodendro Florida Beauty o Monstera Deliciosa Aurea, sono protagoniste delle nuove tendenze tra collezionisti e appassionati di piante da interno, spesso desiderate per la loro rarità e bellezza, ma coltivate a livello numericamente inferiore rispetto ai grandi protagonisti dell’agricoltura mondiale.

    La differenza tra “coltivata” e “diffusa”

    Va distinta la nozione di “coltivata su grande scala” da quella di “molto diffusa”. Il mais è certamente la pianta più coltivata su grande scala per finalità alimentari, industriali e zootecniche. Il bambù, invece, pur non superando il mais in termini strettamente quantitativi agricoli e tonnellate prodotte, è la pianta che per numero di Paesi coinvolti, superfici totali e varietà di usi può vantare una capillarità eccezionale, non solo nei termini quantitativi, ma anche qualitativi e funzionali.

    Sostenibilità e futuro della coltivazione globale

    Considerando che le risorse idriche mondiali, il cambiamento climatico e la pressione della popolazione richiedono strategie di coltivazione più sostenibili, il futuro potrebbe vedere proprio il bambù e altre piante analoghe protagoniste di una nuova rivoluzione verde. Le loro caratteristiche di crescita rapida, resistenza, adattabilità e multiplo impiego le rendono candidate ideali per progetti di riforestazione, produzione di biomassa e contrasto alla povertà rurale.

    Da un punto di vista agroindustriale, tuttavia, il mais resta la regina per quantità e impiego. Per quantità coltivata, nessun’altra pianta supera il mais al momento, anche se il bambù è la pianta più coltivata in senso geografico e per varietà di impiego, nonché potenzialmente la più “versatile” al mondo.

    Conclusioni sulle piante più coltivate

    Sintetizzando, la risposta dipende dal criterio con cui si definisce “più coltivata”: il mais guida ogni statistica per quantità e diffusione agricola convenzionale, ma il bambù si distingue per varietà di utilizzi, distribuzione planetaria, capacità di rigenerazione e impatto ambientale e sociale. Se la domanda elimina grano e riso dai possibili candidati, il mais resta la risposta prevalente per i numeri, mentre il bambù emerge come la pianta più “coltivata” se si integra il concetto di diffusione, versatilità e importanza ecologica e sociale.

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