Hai raccolto le feci per le analisi? Attenzione a non superare questa scadenza o saranno inutili

La corretta raccolta delle feci per le analisi è fondamentale per garantire la validità dei risultati e l’utilità diagnostica dell’esame. Un errore nella conservazione o nella consegna del campione potrebbe infatti rendere inutilizzabile il materiale raccolto, costringendo alla ripetizione della procedura. Sono numerosi i fattori da rispettare, tra cui tempi, modalità di conservazione e attenzione alle istruzioni specifiche del laboratorio.

Raccolta e conservazione del campione

Per ottenere un campione adeguato è necessario utilizzare contenitori sterili, facilmente reperibili in farmacia o presso il laboratorio di analisi. La quantità richiesta solitamente corrisponde circa a una noce, variando leggermente se le feci sono liquide. Una delle raccomandazioni principali è evitare la contaminazione con urina, acqua o carta igienica, che possono compromettere l’interpretazione dei risultati.

La fase di conservazione è cruciale: se il campione non può essere consegnato immediatamente, è consigliabile riporlo in frigorifero (tra 2°C e 10°C) e comunque mai oltre le 24 ore dalla raccolta affinché sia ancora valido per la maggior parte degli esami di routine . Per determinati test, come la coprocoltura, si suggerisce di consegnare il materiale entro 12 ore, sempre mantenendo il campione refrigerato . Nel caso di screening per la ricerca di sangue occulto, il campione risulta stabile fino a 3 giorni a temperatura ambiente, ma spesso si preferisce conservarlo in frigorifero per preservare le componenti analizzate .

Tempi e scadenze

Non rispettare i tempi di consegna rappresenta una delle cause principali che può rendere le analisi inutili. Generalmente:

  • Il campione dev’essere consegnato al laboratorio il prima possibile, preferibilmente entro due-tre ore dalla raccolta.
  • In caso di necessità, è possibile la conservazione in frigorifero fino a 24 ore per la maggior parte degli esami.
  • Per lo screening del sangue occulto, la stabilità si estende fino a 3 giorni fuori dal frigo, ma la refrigerazione è raccomandata.
  • Il laboratorio può richiedere di raccogliere campioni in più giorni consecutivi per test specifici, come nella ricerca del sangue occulto, per aumentare la precisione diagnostica.

Superare le scadenze indicate comporta l’alterazione di importanti parametri, con il rischio di falsi negativi o positivi e l’inutilità dell’esame ai fini diagnostici. Questo è particolarmente vero per la coprocoltura, che richiede la presenza di batteri vivi e la cui analisi risulta inefficace se il campione è stato raccolto o conservato male .

Indicazioni particolari e situazioni eccezionali

Ci sono situazioni in cui è sconsigliato raccogliere il campione, o occorre attendere alcune condizioni ideali:

  • Mestruazioni: aspettare almeno tre giorni dalla fine del ciclo prima di raccogliere le feci, per evitare la contaminazione con sangue, che può falsare alcuni esami .
  • Sanguinamento da emorroidi o presenza di sangue nelle urine: aspettare la cessazione totale del sanguinamento e consultare il medico prima di procedere.
  • Diarrea: se in corso di episodi acuti, è meglio attendere la regolarizzazione dell’alvo, tranne che in caso di esami urgenti richiesti proprio per indagare cause di diarrea.
  • Non utilizzare mai conservanti o additivi nei contenitori, né congelare il campione, a meno che non sia specificatamente richiesto dal laboratorio .

Prima di iniziare la raccolta, consultare sempre il proprio laboratorio per eventuali istruzioni particolari, come la richiesta di dieta, sospensione di determinati farmaci, o modalità di conservazione diverse in base al test. Per esempio, per analisi come la calprotectina fecale, la validità del campione fuori dal frigorifero può essere molto ridotta .

L’importanza di seguire le istruzioni

Oltre ai parametri di tempo, è fondamentale seguire le istruzioni del laboratorio sia nella raccolta che nella compilazione delle etichette (ad esempio, indicando con chiarezza la data e l’ora della raccolta). Un errore nella compilazione o nella conservazione può causare la ripetizione dell’esame e un ritardo nella diagnosi. In alcune situazioni di screening periodico, come quello del colon-retto, le provette possono essere accettate anche dopo alcuni giorni dalla raccolta se conservate correttamente, ma oltre determinati limiti temporali è necessario utilizzare nuovi dispositivi di raccolta .

Le analisi delle feci rappresentano un prezioso strumento diagnostico per identificare infezioni, infiammazioni intestinali, parassitosi, malassorbimenti e tumori gastrointestinali. La precisione dei risultati dipende anche dalla consapevolezza e dalla responsabilità del paziente nel seguire puntualmente tutte le indicazioni ricevute. Una raccolta o conservazione scorretta può portare a esiti fuorvianti e potenzialmente ritardare trattamenti fondamentali.

In sintesi, attenzione alle scadenze e alle istruzioni del laboratorio è la chiave per garantire l’affidabilità delle analisi e la tempestività della diagnosi. Se ci sono dubbi, contattare sempre il personale sanitario di riferimento.

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