L’attenzione alle fasi precedenti l’analisi delle feci è fondamentale per ottenere risultati affidabili e utili dal punto di vista clinico. Sottovalutare o ignorare alcune indicazioni può portare a errori preanalitici che falsano l’esito degli esami e rischiano di compromettere la diagnosi. La raccolta delle feci per test come quello per il sangue occulto, la ricerca di parassiti o la valutazione della flora intestinale, è influenzata da molteplici fattori che vanno dalla preparazione del paziente alla modalità di conservazione del campione.
Gli errori più comuni che compromettono l’affidabilità del test
Uno degli errori più diffusi consiste nel raccogliere il campione durante il ciclo mestruale. La presenza di sangue mestruale può facilmente contaminare le feci e provocare falsi positivi soprattutto nei test per il sangue occulto, alterando l’intero profilo diagnostico. È dunque raccomandato rimandare l’esecuzione della raccolta al termine delle mestruazioni o informare il personale del laboratorio quando il prelievo non è evitabile.
Un’altra situazione frequente riguarda la raccolta in presenza di sanguinamento emorroidario. Anche in questo caso, la presenza di sangue esterno alle feci può essere rilevata dai test, dando indicazioni errate sulla presenza di patologie più gravi a livello intestinale. Se possibile, la raccolta dovrebbe essere eseguita solo quando non sono presenti sanguinamenti evidenti.
Una contaminazione banale, ma spesso sottovalutata, è quella con urina o acqua. Al momento del prelievo è fondamentale evitare che il campione venga a contatto con questi liquidi, che possono diluire, alterare o degradare alcune componenti analizzate, rendendo talvolta il campione stesso inutilizzabile. L’uso del contenitore corretto e di dispositivi per facilitare la raccolta può minimizzare questi rischi.
Preparazione corretta del paziente: regole base
La preparazione del paziente influenza notevolmente il risultato delle analisi. Ecco alcune semplici regole da seguire:
- Utilizzare solo i contenitori forniti dal laboratorio o dalla farmacia. Evitare barattoli domestici o non sterili che possono contenere residui e sostanze estranee.
- Etichettare chiaramente il campione con nome, cognome, data e ora della raccolta per evitare scambi o errori di identificazione.
- Se il test lo prevede, evitare determinati alimenti o farmaci nei giorni precedenti la raccolta, in particolare per il test di sangue occulto chimico. Alcuni alimenti (carni rosse, ortaggi ricchi di perossidasi) o farmaci (aspirina, anti-infiammatori) possono modificare artificialmente il risultato.
- Non raccogliere le feci se si stanno assumendo antibiotici, lassativi o soluzioni contenenti bario, perché alterano la flora intestinale o interferiscono con l’analisi parassitologica.
- Seguire con attenzione le istruzioni specifiche fornite dal laboratorio, poiché a seconda del test richiesto potrebbero esserci regole aggiuntive.
È essenziale comprendere che la feci rappresentano un materiale biologico estremamente variabile, la cui composizione può cambiare rapidamente in relazione all’alimentazione, allo stato di salute intestinale e ai farmaci assunti. Una corretta standardizzazione nella raccolta è l’unica garanzia di risultati ripetibili e interpretabili dal medico.
Conservazione del campione: evitare la degradazione
La conservazione delle feci è un aspetto spesso trascurato ma fondamentale. Una volta raccolto, il campione:
- Non deve essere conservato a temperatura ambiente per tempi prolungati. Le componenti sensibili, come l’emoglobina nei test per il sangue occulto, si degradano rapidamente, portando a possibili falsi negativi.
- Non va congelato a meno che non sia specificatamente richiesto, poiché il processo di congelamento e scongelamento può danneggiare le strutture da analizzare, soprattutto nel caso della ricerca parassitologica o batterica.
- Va consegnato al laboratorio entro poche ore. Se ciò non è possibile, va conservato in frigorifero, avendo cura di evitare comunque tempi eccessivi tra la raccolta e la consegna.
Tutti questi accorgimenti mirano a evitare quello che in medicina di laboratorio viene chiamato errore preanalitico, cioè quell’insieme di cause che portano a una variazione non fisiologica del campione prima ancora che venga processato. L’errore preanalitico rappresenta fino al 60% delle cause complessive di inattendibilità delle indagini di laboratorio e può essere ridotto solo grazie alla collaborazione attiva del paziente e del personale sanitario.
Altri fattori di errore e responsabilità condivise
Oltre agli aspetti già citati, la preparazione non corretta del paziente e la mancata coincidenza tra dati anagrafici e campione raccolto giocano un ruolo determinante. Errori nella trascrizione dei dati o scambi di contenitore possono avere effetti devastanti, generando diagnosi errate o la necessità di ripetere analisi, con spreco di tempo e risorse.
Il personale sanitario deve verificare che ogni campione sia correttamente identificato e che le condizioni di raccolta siano state rispettate. Nel caso di pazienti che non siano in grado di raccogliere autonomamente il campione – come anziani o persone con disabilità – è indispensabile il supporto di un familiare o di un caregiver istruito sulle procedure corrette.
Infine, non bisogna dimenticare che la comunicazione tra medico e paziente è cruciale: una spiegazione dettagliata delle modalità di raccolta e delle ragioni alla base delle restrizioni permette di migliorare sensibilmente la qualità e l’affidabilità degli esami.
Influenze alimentari e farmacologiche: un capitolo a parte
Per alcune indagini specifiche, il regime alimentare e l’assunzione di farmaci nei giorni precedenti sono fattori determinanti. Per esempio, il test chimico per la ricerca del sangue occulto può essere falsato da una dieta ricca di carne rossa, pesce, alcuni ortaggi o integratori di ferro, così come dall’uso di farmaci anti-infiammatori o aspirina. Questo perché tali sostanze possono aumentare le probabilità di micro-sanguinamenti o interferire con i reagenti utilizzati nell’analisi, generando falsi positivi o falsi negativi.
I laboratori diagnostici forniscono spesso elenchi dettagliati di alimenti e molecole da evitare, invitando alla sospensione temporanea, laddove possibile, di alcuni trattamenti farmacologici. Il rispetto di queste indicazioni è parte integrante di un’analisi di qualità.
In sintesi, il corretto comportamento del paziente prima della raccolta delle feci non è un dettaglio di poco conto ma rappresenta una componente decisiva per il buon esito dell’indagine, specialmente in ambiti delicati come la prevenzione dei tumori del colon o la diagnosi di patologie infettive e infiammatorie intestinali.
Per ulteriori dettagli tecnici, molte informazioni pratiche possono essere approfondite leggendo le raccomandazioni presenti nei siti istituzionali dei laboratori analisi e visitando direttamente la voce sangue occulto su Wikipedia.
La consapevolezza del paziente, la precisione nelle procedure e la stretta collaborazione tra medico e laboratorio sono gli strumenti più efficaci per scongiurare l’errore più comune, cioè quello di falsificare involontariamente i risultati per una semplice disattenzione prima delle analisi delle feci.